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mercoledì 30 novembre 2011

Come lavare la caffettiera


Noi italiani, amanti spregiudicati del caffè, amiamo alla follia la nostra caffettiera, amica dei nostri risvegli e strumento per preparare la cosa migliore che ci può capitare al nostro risveglio: un bel caffè!

Per poter fare dei buonisimi caffè, la caffettiera ha bisogno di particolari accorgimenti.

Essa non deve essere mai lavata con detersivo (quello comunemente usato per piatti e stoviglie) o con altri prodotti chimici: i residui di questi ultimi possono infatti rimanere al suo interno e, oltre a rovinare la moka, possono alterare il gusto del caffè rendendolo addirittura nocivo. In alternativa a ciò, si può utilizzare l’aceto. Per pulire al meglio la caffettiera, e quindi conservarla, basta smontarla in ognuno dei suoi componenti, e immergere i “pezzi” in un pentolino pieno di acqua e aceto.
Dopo aver preparato il tutto, bisogna porre il recipiente su un fornello e portare ad ebollizione il liquido (nel quale sono immersi i componenti) presente in esso. In tal modo, oltre a un’ottima pulitura della moka, la caffettiera avrà una conservazione migliore e duratura

Gomma da masticare nemica dei nostri vestiti


A chi non è mai capitato di sedersi su una panchina e ritrovarsi attaccata ai pantaloni o al cappotto una gomma da masticare? E quanti di voi sanno come si fa a rimuoverla? Sicuramente tutti ci abbiamo provato a rimuoverla, ma i ns sforzi, spesse volte, sono stati vani e cmq, anche nel migliore dei casi, non siamo mai riusciti a rimuoverla del tutto!

In commercio esistono diversi prodotti al riguardo, ma la maggior parte di essi risulta inefficace. In altre occasioni, il chewing gum viene eliminato, lasciando però un alone sul tessuto. Un rimedio economico ed efficace per rimuoverlo è quello di utilizzare il ghiaccio. Basta poggiare sulla gomma da masticare alcuni cubetti di ghiaccio e premere per alcuni minuti.
In tal modo il chewing gum, diventato duro, sarà facilmente eliminabile dal tessuto, senza lasciare alcuna macchia, e soprattutto senza scolorire la parte interessata.

martedì 29 novembre 2011

Come combattere il freddo


L'inverno è ormai alle porte!

Sperando di farvi cosa gradita, riportiamo qui di seguito alcuni suggerimenti utili x affrontare il gelo invernale. Se utilizzate dei modi diversi x combattere il freddo, non esitate ad aggiungerli nei vs commenti!

1. Cercate di mantenere stabile la temperatura dell’ambiente in cui vi trovate: quella ottimale, per chi sta svolgendo un’attività sedentaria, è tra 19 ed i 22 gradi, mentre è tra 17 ed i 19 per chi si muove e svolge attività fisica.

2. Abbiate cura degli strumenti per riscaldare gli ambienti: effettuate controlli periodici delle vostre stufe, al fine di evitare i gravi incidenti dovuti al monossido di carbonio, pulite ogni primavera la canna fumaria del vostro camino ed affidatevi ad una ditta specializzata per quel che riguarda le vostre caldaie.

3. Fate attenzione a porte e finestre, affinchè siano perfettamente isolate. Inoltre eliminate gli spifferi con nastri adesivi specifici o con altri prodotti (chiedete presso ditte che vendono prodotti di ferramenta o per l’edilizia).

4. Evitate di uscire nelle ore più fredde del giorno, come al mattino presto e al calar del sole; devono prestare una particolare attenzione coloro che soffrono di malattie cardiovascolari.

5. Usate indumenti adatti, che possano vestirvi “a cipolla”, così da permettervi di spogliarvi non appena lo riterrete necessario. Indossate anche sciarpa, guanti, cappello e ricordate la protezione per le labbra!

6. Cercate di svolgere attività fisica con regolarità, preferendo le lunghe passeggiate, camminando a passo celere.

7. Mangiate in prevalenza cibi caldi, come minestroni di verdure e cominciate la giornata con un’abbondante colazione per avere il giusto apporto calorico ed iniziare al meglio la giornata.

8. Prestate attenzione a bambini ed anziani: seppur per motivi molto diversi, sono le categorie più a rischio quando si presentano temperature molto basse. Coprite sempre il petto, la gola e la testa, senza dimenticare le mani ed i piedi, usando magari anche calzettoni imbottititi.

Prevenire e curare il raffreddore


Il raffreddore è causato da un virus che si chiama Rhinovirus.
Si tratta di un'affezione infettiva, generalmente non grave, delle prime vie respiratorie e in particolare del naso e della gola. I sintomi del raffreddore comune comprendono starnuti, produzione abbondante di muco, congestione nasale; catarro e mal di gola; tosse; mal di testa; sensazione di stanchezza. E' molto comune, soprattutto nei mesi invernali, e colpisce adulti e bambini. Il raffreddore comune è distinto dall'influenza, che è un'infezione virale più seria del tratto respiratorio, caratterizzata dall'insorgenza di ulteriori sintomi quali un rapido innalzamento della temperatura, brividi di freddo, dolori muscolari. Per quanto il raffreddore comune in sé non sia generalmente rischioso per la vita del paziente, le sue complicazioni (quali la polmonite) possono esserlo.

Come prevenire il raffreddore

Nei casi di persone anziane, particolarmente debilitate o con ridotte difese immunitarie, il metodo più efficace in assoluto per la prevenzione del raffreddore comune, è quello evitare, nei periodi di maggior diffusione del virus, ogni contatto con altre persone o luoghi frequentati da altre persone; per la sua cura, invece, l'isolamento non è una misura effettivamente risolutiva. Come per tutte le malattie infettive la prima regola è inoltre, l'igiene quotidiana dei luoghi e della persona, e la frequente pulizia della mani.

Come curare il raffreddore

Spesso la risposta al raffreddore comune proposta ad individui non immunodeficitari è solamente un trattamento sintomatico o palliativo che consiste in: antistaminici, medicinali per alleviare la tosse, disinfettanti per la bocca e gola, liquido salino per alleviare la congestione del muco nasale, riposo e assunzione di liquidi per mantenere l'idratazione (escludendo caffè, coca-cola ed alcolici che invece aumentano la disidratazione).
A volte per curare il raffreddore si fa uso di antibiotici e/o antivirali.
Volendo pensare a metodi naturali, si può pensare a dei semplici suffumigi, che consistono nell'inalazione di vapore acqueo caldo, cosa che pare curare o alleviare il raffreddore comune secondo alcune culture tradizionali.
Per quanto riguarda poi la vitamina C, il ruolo dell'acido ascorbico nel prevenire o addirittura curare il raffreddore comune è stato dibattuto a lungo.
Di recente si è poi scoperto che lo zinco abbrevia la durata e riduce la severità dei raffreddori comuni.

mercoledì 9 novembre 2011

Le Calze


La cellulite, la pelle a buccia d’arancia, le vene in evidenza, a pelle troppo chiara se ancora non siamo abbronzate. La bella stagione ci mette in crisi quando si tratta di scoprire le gambe. Poi, fortunatamente, arriva l’inverno con le sue calze coprenti: nere, blu, marroni, ma anche coloratissime o fantasia. In microfibra o di filo, lisce o lavorate con le maglie più diverse. Un ottimo modo per dare sprint e personalità al nostro look ma anche per mascherare qualche difettuccio sentendoci libere di osare un po’ di più in fatto di lunghezze.

Tutto questo fino a che il duo più glam del momento ha deciso di rovinarci la festa: le sorelle Midlleton stanno lavorando sodo per riportare in auge le calze velate, anzi, le tanto temute calze color carne, più o meno lucide, ma comunque invisibili. Complice un mondo dello spettacolo che grida vintage sempre più le sorelle sempre sotto i riflettori stanno rivoluzionando la moda per le nostre gambe a colpi di bon ton. Un effetto a catena che prima ha colpito i vip, da Beyoncé a Carla Bruni passando per la nostrana Beatrice Borromeo, e ora, inevitabilmente sta arrivando anche a noi comuni mortali, al punto che in Inghilterra è già scoppiata la mania, come testimoniano i dati di vendita divulgati dal grande magazzino Debenhams e dal celebre Marks & Spencer, dove la vendita di collant 10 denari color carne ammonta a circa dieci paia l’ora.

Effettivamente bisogna ammettere che se ben indossate queste calze donano un tocco chic ed elegante. Gonne o abitini al ginocchio, decollete dal tacco non eccessivo o ballerine, colori pastello o tinte classiche come il nero o blu navy e il gioco è fatto. Troppo serio per i vostri gusti? Giocate con un accessorio, come una spilla o una collana, con il trucco (una bocca rosso fuoco renderebbe sexy anche la più castigata delle mise) o con un’acconciatura un po’ spettinata e sbarazzina.

Non è però detta l’ultima parola: le collezioni di Calzedonia, Tezenis, H&M e Golden Point offrono ancora un’ampia scelta di calze di maglia e di microfibra, per donne sprint, allegre, che vogliono osare. Per donne a cui il look da principessa bon ton piace, ma non tutti i giorni. Tranquille allora: i vostri difettucci possono restare nascosti ancora per qualche mese!

martedì 8 novembre 2011

I Leggins


I Leggings sono un tipo di indumento aderente, indossato sulle gambe. Originariamente si trattava di due capi separati, indossati uno per gamba.

Nell'utilizzo contemporaneo del termine, si fa riferimento ad un particolare tipo di indumento, aderente e spesso elasticizzato, che copre dal bacino fino alle caviglie. Erroneamente oggi vengono accumunati ai pantaloni, ma non lo sono. A differenza dei collant, i leggings non hanno quasi mai i piedi, e nella maggior parte dei casi non sono assimilabili alla biancheria intima (come invece accade per calze e collant).

Solitamente sono realizzati in lycra, o in misti di nylon e cotone o poliestere, ma esistono anche modelli realizzati in lana o seta. Dal 1800 fino agli anni sessanta i leggings hanno trovato ampio utilizzo nel campo militare, indossati al di sotto dei pantaloni della divisa, per proteggere le gambe dei soldati.

Negli ultimi anni ne sono stati prodotti di diversi modelli anche con tessuti particolari come i liquid leggings che risultano molto lucidi (tipo latex).

L'utilizzo dei leggins è particolarmente diffuso tra le giovani generazioni contemporanee. Essi sono spesso indossati con maxi pullover o mini dress e vengono accoppiati a scarpe di ogni tipo e anche agli stivali.

lunedì 7 novembre 2011

La Pet Theraphy

Il termine "Pet Therapy ' fu coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson negli anni '50-'60. Esso deriva dall’unione di due termini: Pet (animale domestico) e Therapy (terapia o cura). L'espressione Pet Theraphy può essere quindi tradotta come “Terapia aiutata dagli animali” o “Uso terapeutico degli Animali da Compagnia (Ufac)”. Con "Pet Therapy" si intende l' utilizzo del rapporto essere umano-animale in campo medico e psicologico.

Per tanti anni la Pet Care è stata snobbata o circondata da un velo di scetticismo. Negli ultimi anni la pet therapy non solo è stata riconosciuta dal Ministero della Salute italiano come una terapia a tutti gli effetti, ma sta via via prendendo piede anche negli ospedali.

La Pet Theraphy si divide in:

A.A.A. Le Attività Assistite con Animali consistono in interventi di tipo educativo-ricreativo e di supporto psico-relazionale, finalizzati al miglioramento della qualità di vita di varie categorie di utenti (bambini, soggetti portatori di handicap, pazienti ospedalizzati, pazienti psichiatrici, anziani, detenuti) e realizzati mediante animali in possesso di adeguate caratteristiche. Non essendo attività con valenza di tipo terapeutico, non è necessaria una specifica prescrizione medica. Tuttavia è comunque opportuna l’indicazione da parte di un professionista del settore sanitario o educativo che abbia in carico il soggetto destinatario dell’intervento. Le AAA vengono progettate dalla EPP ed effettuate dalla EO (fonte: estratto dalle Linee Guida Regionali relative agli interventi assistiti dagli animali D.G.R.V. n. 4130 del 19/12/2006 e della Legge Regionale del Veneto n. 3 del 3/01/2005).

T.A.A.
Le Terapie Assistite con Animali sono interventi individualizzati sul paziente, utilizzati a supporto delle terapie tradizionali (e pertanto definite co-terapie), per la cura della patologia di cui egli è affetto e sono praticati mediante animali appositamente educati. Esse sono finalizzate al miglioramento di disturbi della sfera fisica, motoria, psichica, cognitiva o emotiva. Sono progettate sulla base delle indicazioni sanitarie e psico-relazionali fornite dal medico e/o dallo psicologo di riferimento del paziente e prevedono precisi obiettivi ed indicatori di efficacia (fonte: Estratto dalle Linee Guida Regionali relative agli interventi assistiti dagli animali D.G.R.V. n. 4130 del 19/12/2006 e della Legge Regionale del Veneto n. 3 del 3/01/2005)

Animali coinvolti nella pet therapy

L'E.P.P. individua l'animale corretto per il singolo paziente in base alle preferente personali, alle capacità psico-fisiche, all'analisi delle eventuali fobie specifiche, alle allergie ed in base alla risposta emotiva nelle prime sedute. Ad esempio nel caso si dispongano di più cani si dovrà definire l'abbinamento cane-paziente tenendo conto della taglia del cane, dell'indole, del tipo di pelo...

Nella pet therapy è possibile utilizzare anche altri animali come:

gatti (solitamente nelle a.a.a.)
cavalli (Ippoterapia)
asini (Onoterapia)
delfini (Delfinoterapia)
altri animali domestici

La Minigonna


La minigonna, detta anche mini, è un tipo di gonna con l'orlo inferiore che arriva molto sopra le ginocchia, la cui lunghezza è comunque variabile a seconda dei modelli.

L'origine della minigonna è generalmente accreditata alla stilista britannica Mary Quant che fu ispirata dall'automobile Mini e che, a partire dalla fine degli anni cinquanta, aveva iniziato a proporre abiti sempre più corti. Il nome inglese del nuovo capo di abbigliamento era mini-skirt (skirt = gonna).

Tuttavia la vera origine è dibattuta e contesa da altri stilisti.

In Francia il designer André Courrèges è spesso citato come inventore della mini-jupe, e non c'è accordo su chi l'abbia inventata per primo.

Altri l'attribuiscono invece a Helen Rose, che produsse alcune minigonne per l'attrice Anne Francis nel film di fantascienza Il pianeta proibito (Forbidden Planet) del 1956.

La minigonna divenne popolare dagli anni sessanta e subì molte modifiche nel corso dei secoli.

Durante i suoi decenni di esistenza è stata più volte dichiarata morta sia da critici di moda che da diversi stilisti ma, seppur con diverse variazioni nella sua diffusione, il capo è rimasto in uso in molti paesi del mondo ininterrottamente dal momento della sua creazione ad oggi.

Introduzione


Il termine moda deriva dal latino modus, che significa maniera, norma, regola, tempo, melodia, ritmo, tono, moderazione, guisa, discrezione.
Nei secoli passati, l'abbigliamento alla moda era appannaggio delle sole classi abbienti soprattutto per via del costo dei tessuti e dei coloranti usati, che venivano estratti dal mondo minerale, animale e vegetale. Prima dell'Ottocento, l'abito era considerato talmente prezioso che veniva elencato tra i beni testamentari. I ceti poco abbienti erano soliti indossare solo abiti tagliati rozzamente e, soprattutto, colorati con tinture poco costose come il grigio. A questi aggiungeva scarpe in panno o legno. Non potendo permettersi il lusso di acquistare abiti nuovi confezionati su misura, tali classi ripiegavano spesso sull'abbigliamento usato.
Il termine moda compare per la prima volta, nel suo significato attuale, nel trattato La carrozza da nolo, ovvero del vestire alla moda, dell'abate Agostino Lampugnani, pubblicato nel 1645.

domenica 6 novembre 2011

Musicoterapia: La Hit Parade della salute

Due noti musicoterapeuti francesi, Max Mareaux e Léon Bence, hanno individuato alcuni brani classici dagli effetti benefici.

1. Ravel – il “Bolero” stimola le capacità di coordinamento motorio
2. Beethoven – aiuta in caso di terapie di disintossicazione e/o prevenzione dagli stupefacenti
3. Haendel – stimola la socialità e controlla l’aggressività.
4. Vivaldi – il “Concerto grosso in Re maggiore” (Opera 3, n.9) incrementa il livello di energia dell’organismo.
5. Rachmaninov – i “Concerti per piano” fanno cessare gli eccessi legati alla cattiva educazione.
6. Berlioz – il Quinto Movimento della “Sinfonia fantastica” incrementa il livello di energia dell’organismo.
7. Mozart – il “Requiem” favorisce la concentrazione; ricercatori dell’Università di Irvine (California, Usa) hanno scoperto che la sonata a quattro mani per due pianoforti K448 fa aumentare temporaneamente il livello di intelligenza.
8. Wagner e Verdi – aiutano in caso di insicurezza e depressione.
Tutta la musica medievale – favorisce il rilassamento profondo e aiuta a superare gli stati di angoscia.
9. Sibelius e Tchaikowsky – aumentano pazienza e capacità di sopportazione in situazioni di disagio.
10. Schubert – la sinfonia n.5 allenta le tensioni muscolari.
11. Chopin – i notturni (in particolare: opera 9, n.1 e 3; opera 15, n.22; opera 27, n.2; opera 32, n.1; opera 62, n.1) combattono l’insonnia.

Lo sport riduce l'appetito

Secondo degli studi recenti, a differenza di quanto si possa pensare, l’attività fisica non fa venire fame ma la riduce. Muoversi aiuta quindi a dimagrire.

La sorprendente notizia arriva al termine di uno studio scientifico condotto dai ricercatori della prestigiosa università statunitense Johns Hopkins di Baltimora, presentato di recente durante la conferenza annuale della Society for the Study of Ingestive Behavior (SSIB).

Secondo l’indagine, l'esercizio fisico, influenzando gli ormoni intestinali che regolano l'assunzione di cibo, riduce l'appetito e aiuta a perdere peso. La ricerca, condotta su due gruppi di topi, ha dimostrato che l'intestino dei topi "sportivi" rilasciava, durante il pasto, un elevato livello di amilina - un ormone che inibisce l'assunzione di cibo - che li portava a saziarsi prima rispetto agli altri.

Lo studio dimostra che l'esercizio fisico controlla il peso corporeo modificando il modo in cui l'intestino rilascia gli ormoni che regolano l'assunzione di cibo.

Il Metodo Pilates

1.Che cos'è?
Sviluppato nel 1920 dal famoso trainer Joseph Pilates, il Metodo Pilates è un sistema di allenamento focalizzato sul miglioramento della fluidità dei movimenti, della forza in tutto il corpo, senza creare un eccesso di massa muscolare; un sistema quindi in antitesi con il body building tradizionale. Ma il metodo Pilates non è solo esercizio fisico, è anche coordinamento fisico e mentale, svolto con attrezzi studiati appositamente e sotto la supervisione di allenatori specializzati.

2.Principi del Metodo Pilates:
CONCENTRAZIONE
Attenzione nell'eseguire gli esercizi, ad ogni singolo movimento e a tutti gli aspetti del corpo.

CONTROLLO
Controllo non solo del movimento specifico che si sta eseguendo, ma anche della postura, della posizione della testa, degli arti, del bacino e perfino delle dita dei piedi.

STABILIZZAZIONE DEL BARICENTRO
Stabilizzazione del baricentro attraverso un lavoro ed esercizi particolari nelle regione addominale, lombare e dorsale. Rafforzamento del "centro del corpo".

FLUIDITA' DEI MOVIMENTI
Sviluppare fluidità e controllo dei movimenti per ottenere "armonia".

PRECISIONE
Esecuzione precisa dei movimenti tramite il controllo per migliorare il bilanciamento del tono muscolare

RESPIRAZIONE
Respirazione coordinata con i movimenti, fluida e completa

3.Benefici del Metodo Pilates:
- migliora la forza ed il tono muscolare senza aumentare troppo la massa muscolare
- migliora la postura
- favorisce un ventre piatto
- migliora la fluidità dei movimenti
- diminuisce l'incidenza del mal di schiena, perché tende a rafforzare molto i muscoli nella parte centrale del corpo
- contribuisce a dare sicurezza di sé e a ridurre lo stress