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mercoledì 30 maggio 2012

Salute Sport e Moda: Come scegliere lo smalto giusto



Come si fa a scegliere lo smalto giusto?

Gli smalti sono il simbolo più espressivo della vanità femminile: se infatti gli uomini spesso non ci fanno neppure caso, molte donne invece difficilmente resistono all’irresistibile pausa relax rappresentata dallo stendere con precisa e sapiente meticolosità uno strato di colore liquido sulla superficie dell’unghia, per poi aspettare religiosamente che si asciughi risparmiandosi movimenti inutili e azzardati. Ad ogni mano e unghia però corrisponde uno smalto più o meno adatto, capace di valorizzarne i pregi e minimizzarne i difetti: per scoprire qual è il vostro, potete seguire queste semplici regolette:

1) Gli smalti scuri sono adatti alle unghie dalla superficie troppo ampia, mentre quelli chiari sono perfetti per quelle troppo strette; nel primo caso, applicate lo smalto solo al centro dell’unghia. Tenete conto che una tonalità scura accentua eventuali imperfezioni, mentre lo smalto trasparente o di un tono chiaro e naturale è più adatto alle unghie bisognose di cure e un po’ rovinate.

2) Lo smalto rosso, il grande classico, ingrandisce le unghie; è quindi perfetto sia che le vostre unghie siano lunghe sia che siano un po’ corte, ma nel caso anche le vostre mani siano un po’ piccole, evitatelo: potrebbe “intozzarle” ancora di più.

3) Le mani abbronzate si abbinano alla grande ai colori accesi e brillanti come l’arancione, il giallo, il verde lime e il turchese; la pelle scura “copre” i difetti, quindi appena avrete preso un po’ di tintarella potrete concedervi anche questi colori vistosi; nell’attesa, limitatevi a colori delicati, dai toni pastello.

4) Strass, perline e unghie molto lunghe sono concessi solo se le vostre mani sono impeccabili, lunghe e affusolate. In caso contrario, lasciate perdere: non è il caso di focalizzare l’attenzione di chi vi guarda su una parte del vostro corpo che non è un punto di forza.

martedì 29 maggio 2012

Salute e Sport: Un fisico perfetto per l'estate



Cosa fare per avere un fisico perfetto per l'estate

Anche quest’anno arriva il fatidico appuntamento con l’estate. Atteso sicuramente, ma come sempre anche temuto.
Sorvolando sui luoghi comuni che ci consumano ogni anno, pensiamo seriamente a come migliorare il nostro corpo ricorrendo all’attività fisica ma anche appoggiandosi ai “segreti” che la cosmesi ci mette a disposizione.

Anni di studi in laboratorio, ricerche chimiche e test scientifici hanno permesso alle creme di diventare dei reali e validi aiuti in materia “snellente”. E se le sane abitudini di vita restano ancora la base imprescindibile da cui partire, si possono trovare dei concreti supporti nei prodotti cosmetici anti-cellulite.

La caffeina è uno degli elementi che gli studiosi hanno individuato come essenziale contro la cellulite. E ancora alghe ed estratti di piante, finemente lavorati, che hanno la capacità di levigare e tonificare la pelle donando maggiore elasticità. Ma anche componenti chimici come l’acido ialuronico permettono alle pelle di “stendersi” e ritornare compatta. La vera difficoltà in questi casi è la costanza. Applicare il prodotto un paio di volte al giorno e tutti i giorni è essenziale se si vogliono vedere risultati. Il massaggio esercitato con la pressione delle dita unito ai componenti del prodotto, garantisce un miglioramento delle parti più critiche.

lunedì 28 maggio 2012

Salute e Sport: Cos'è la stevia?



La Stevia è un dolcificante naturale con zero calorie.

L'estratto di Stevia (glicosidi steviolici) non apporta calorie e, grazie al suo elevato potere dolcificante, permette di risparmiare calorie. Una compressa dolcifica come un cucchiaino di zucchero ed ha un apporto calorico praticamente nullo (0,1 Kcal).

La Stevia è una pianta originaria del Sud America, tradizionalmente utilizzata per le sue proprietà dolcificanti. Il suo estratto più puro ha un contenuto elevatissimo di Rebaudioside A, sostanza che possiede un potere dolcificante superiore di circa 300 volte rispetto a quello dello zucchero e un profilo gustativo particolarmente apprezzato.

La Stevia Rebaudiana è una pianta perenne della famiglia dei crisantemi che cresce in piccoli cespugli su terreni sabbiosi ed in montagna.

E' originaria di una zona a cavallo del confine tra il Paraguay ed il Brasile ed in piena maturazione raggiunge gli 80 cm di altezza. Ha foglie verdi di forma oblunga con il bordo leggermente seghettato e fiori molto piccoli di colore bianco.

Conosciuta già nell'antichità da alcune tribù d'Indiani del Sud America che la utilizzavano abitualmente per dolcificare bevande e alimenti deve la sua diffusione a un botanico italiano, Santiago Bertoni che ne studiò le caratteristiche e i possibili usi.

In Giappone, la Stevia è addizionata agli alimenti e alle bevande da più di 20 anni: più precisamente si dolcificano caramelle, gomme da masticare, alimenti secchi e cereali, yogurt e gelati, tè e sidro, dentifrici e collutori, ma viene utilizzata anche per alimenti salati, dove contribuisce ad attenuare il gusto del sale (tipico della cultura agrodolce della cucina orientale).

La Stevia viene utilizzata per dolcificare molte bevande, perfino la Diet Coke. Il gusto della Stevia è unico: insieme al suo dolce sapore si avverte un leggero retrogusto di liquirizia.

Fino al dicembre del 2011 l'utilizzo della stevia era vietato in Italia e negli altri paesi dell'Unione Europea, in altre nazioni l'uso era permesso come integratore alimentare (USA, Australia), in altri ancora (Brasile, Argentina, Canada, Corea, Cina, Giappone, Indonesia, Paraguay, Taiwan) sia come additivo che come integratore.

L'utilizzo alimentare della stevia fu proibito nel 1999, a seguito dei pareri della commissione sugli additivi nei cibi dell'OMS e il Comitato Scientifico per gli Alimenti dell'Unione Europea. Si riteneva che lo steviolo, un metabolita delle sostanze presenti nella stevia, potesse essere cancerogeno.

Negli anni successivi si eseguirono diversi studi in merito, e nel 2004 fu organizzato dai ricercatori dell'Università belga di Leuven un simposio internazionale, "La sicurezza dello stevioside", che arrivò alla conclusione che la stevia è un prodotto da considerarsi sicuro. In seguito, anche l'OMS rivedette il suo parere sulla stevia, sulla base dei risultati provenienti dai paesi dove la stevia era utilizzata da anni. Si stabilì anche una dose massima giornaliera ammissibile di steviolo, pari a 2 mg/hg di peso corporeo.

Nel 2011, e precisamente dal 2 Dicembre, anche l'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha dato il via libera all'uso della stevia nell'Unione Europea, e quindi anche in Italia dove è già possibile acquistare dei dolcificanti a base di stevia.

domenica 27 maggio 2012

Salute e Sport: Autoabbronzanti si o no?



Autoabbronzanti si o no?

Gli autoabbronzanti si basano essenzialmente sull'uso del didrossiacetone (DHA). Questa molecola reagisce con aminoacidi dello strato corneo formando un pigmento marrone, quindi creando una "falsa abbronzatura". Talvolta troviamo il DHA anche all'interno di protettivi solari, ma ricordiamo che tale molecola offre una carsa fotoprotezione. E' tuttavia una molecola innocua. Non fate però l'errore di credere che colorandovi grazie all'autoabbronzante sarete più protette una volta stese al sole!

mercoledì 23 maggio 2012

Salute e Benessere: Cibi che favoriscono l'abbronzatura



Da sempre la scienza conferma che il sole è un grande alleato dell'uomo. I raggi solari combattono dolori muscolari, sono antitumorali, conservano la salute del nostro scheletroe migliorano l'umore. Inoltre contrastano molte malattie "autoimmuni", prima fra tutti la psoriasi, o dermatologiche come l'acne. Anche il più prezioso degli amici, però, va invocato con misura, o sono guai. Per questo, in vista dell'estate, la parola d'ordine è proteggersi. E la prima protezione la mette in atto proprio il nostro corpo: con l'abbronzatura, attraverso la produzione di melanina da parte di cellule specializzate, i melanociti. E' un fattore ereditario, visto che nasciamo già predisposti a una pelle chiara o scura in base al proprio fototipo, ma qualcosa possiamo fare: prima di esporci, dobbiamo preparare la pelle.

Quali sono gli alimenti che favoriscono l'abbronzatura?

1. Lo yogurt (stimola la produzione di vitamina D)

2. I pomodori (sono ricchi di betacarotene, una barriera contro gli effetti nocivi dei raggi solari)

3. I meloni (betacarotene)

4. La ricotta (vitamina D)

5. Le carote (betacarotene)

6. I cetrioli (betacarotene)

7. Le angurie (betacarotene)

8. Le albicocche (betacarotene)

9. Le pesche (betacarotene)

Come ci si abbronza?

E' importante sapere che ci si abbronza stimolando la melanina, uno schermo naturale dell'epidermide contro i raggi nocivi del sole che rappresentano per la cute un vero stress. Più melanina c'è, più si diventa scuri. Se si gioca d'anticipo, si forniscono preventivamente le sostanze fondamentali alle cellule melanocitarie per una pronta produzione di melanina. E' importante introdurre sostanze antiossidanti e antiradicaliche, che servono a grantire l'immunosorveglianza.

Una giusta alimentazione diventa la fondamentale alleata di coloro che vogliono ottenere una abbronzatura migliore.

martedì 22 maggio 2012

Salute e Sport: Che cos'è l'omeopatia?



Cosa sono i farmaci omeopatici?

In omeopatia vengono utilizzate migliaia di sostanze di origine vegetale, animale o inorganica, da cui si ricava un concentrato del principio attivo che poi si diluisce migliaia di volte. A ogni diluizione il preparato subisce una dinamizzazione affinché il principio attivo sia più efficace. Spesso nel prodotto finale rimangono solo tracce della sostanza curativa e qualche volta la molecola scompare totalmente. Questa “sparizione” è una delle principali cause della diffidenza della medicina tradizionale nei confronti dell’omeopatia. Ci si chiede infatti come possa agire un composto in cui il principio attivo è praticamente assente. In Italia i rimedi omeopatici si trovano in forma di granuli, cristalli o pomate. In altre nazioni, come la Germania, si possono assumere anche sotto forma di iniezioni, cosa che è invece vietata nel nostro Paese.

Come si svolge una visita omeopatica?

La visita si svolge in due fasi distinte. Nella prima il medico raccoglierà le informazioni sul paziente, nella seconda ci sarà la visita vera e propria.

Il colloquio

Il medico tende a fare molte domande al suo paziente: chiede dettagli sui sintomi e cerca possibili correlazioni temporali con eventi importanti, come traumi, interventi chirurgici, periodi di particolare stress, malattie dei familiari. Questo avviene perchè l'omeopatia ritiene essenziale che l’indagine del medico non si fermi alla malattia. Ricordate, no? Si cura l’individuo, non il disturbo.

La visita

Dopo il colloquio c’è una visita accurata. Soltanto quando il medico ritiene di aver inquadrato il paziente da un punto di vista fisico e caratteriale, cercherà il rimedio che maggiormente si adatta a lui. Il medico seguirà il suo paziente con visite successive, fino alla guarigione. E naturalmente, lungo la strada che specialista e paziente percorreranno assieme, la terapia verrà, se necessario, modificata.

lunedì 21 maggio 2012

Salute e Sport: I cibi che idratano



Acqua alleato della dieta

Quale miglior alleato per la dieta, se non l'acqua? Ha il potere di saziare a zero calorie, evitando i danni delle abbuffate. Tutti sappiamo, o dovremmo sapere, che bisognerebbe berne almeno un litro e mezzo al giorno. Ma siccome non tutti, per un motivo o per l'altro, lo fanno, ecco un utile vademecum per capire come assumere acqua dagli alimenti. Senza essere costretti a sentirsi dei cammelli, ma anzi mangiando con gusto. E non per forza la solita frutta e la solita verdura. Ci sono tanti cibi ricchi di acqua davvero insospettabili...

Frutta e verdura dove trovi più acqua

In tutti gli alimenti che porti in tavola, fatta eccezione per la frutta secca e l'olio, si nascondono percentuali più o meno elevate di acqua. Quali tra frutta e verdura i più idratanti? Nella lista troviamo fragole, pomodori, cocomeri, che contengono quantità di acqua superiore al latte che è un liquido. Non solo, hanno un vantaggio in più: contengono vitamine, minerali e fibre che "trattengono" l'acqua e ne ostacolano l'immediata eliminazione attraverso i reni. Per avere la controprova, bevete mezzo litro di acqua e calcolate quante volte avete bisogno di fare pipì, poi assumete gli stessi liquidi con una minestra e vedrete che non sarete costretti a correre subito in bagno.

Il pomodoro: è tra gli alimenti più ricchi di vitamina A e C.
Le calorie sono pochissime: in 100 g, appena 20. E' ricchissimo di acqua: in 200 grammi ci sono 188 ml di liquidi, circa un bicchiere e mezzo.

Il cocomero: è il vero alleato di tutte le diete. Con solo 16 calorie per 100 g è privo di grassi e ha pochissimi zuccheri. Il sapore dolce, infatti, non è dato dai glucidi (cioè dagli zuccheri, presenti solo con 3,70 g ogni 100 g), ma da sostanze aromatiche naturali che danno anche un senso di sazietà. In una fetta da 300 g ci sono quasi due bicchieri di liquidi!

La pesca: è un frutto disintossicante perché leggermente lassativa e diuretica, alleata delle diete. La quantità di liquidi? Un bicchiere e un quarto in 200 grammi di frutto (circa 2 pesche).

Il finocchio: ha solo 9 calorie e grande potere saziante grazie al contenuto di fibre, che ne fa un ottimo spezza fame. Non solo ma è anche generoso nell'apporto di liquidi: un finocchio da 300 g apporta circa 1 bicchiere e 3/4 di acqua.


I cibi "insospettabili" più ricchi di acqua
Se è più facile immaginare che frutta e verdura siano ricche di liquidi, si potrebbe rimanere increduli di fronte alla quantità di acqua nascosta in uova e fiocchi di latte. Bastano due uova per totalizzare tre quarti di bicchiere di acqua (da 150 ml), mentre in 200 grammi di fiocchi di latte ce n'è circa un bicchiere. E ancora: una minestra di verdure miste (escluse patate e legumi) e 200 g di acqua apportano 100 calorie e ben 540 ml di acqua, pari a 3 bicchieri e mezzo di acqua. Con una crema preparata con 300 grammi di piselli e 200 ml di acqua è come se bevessi 3 bicchieri pieni di acqua

domenica 20 maggio 2012

Salute e Sport: Come far funzionare una dieta



Quali sono gli elementi per far funzionare una dieta?

Gli elementi per far funzionare una dieta sono 3: lo sport, la riduzione dei grassi e la determinazione. Scopriamo il perchè!

Lo sport è fondamentale per una dieta, perché stimola il metabolismo basale. Per sport intendiamo un’attività fisica svolta con costanza almeno 3-4 ore lungo l’arco della settimana, che si tratti di nuoto o di jogging; il movimento permette inoltre di consumare una maggiore quantità di energia anche quando si è a riposo. Ciò significa che chi fa sport può permettersi di mangiare di più, perché brucia più grassi degli altri.

La riduzione dei grassi: va bene mangiare, ma gli alimenti vanno selezionati. Banditi i grassi saturi o idrogenanti, come il burro o le sostanze contenute negli snacks; frutta e verduravanno invece consumati in abbondanza, per migliorare anche le funzioni dell’organismo.

Il terzo elemento è forse il più importante e il più difficile da ottenere, perché non dipende dalla dieta ma da noi: è la determinazione. Credere nel percorso che si sta seguendo e nell’obiettivo che si vuole raggiungere è il trampolino giusto da cui saltare per agguantare la meta; se si ha poca fiducia in quello che si fa, il rischio di mollare improvvisamente tutto e di cedere ad un pacchetto di patatine si alza. Inoltre, una dieta sui generis provoca maggiore stress, rendendo instabile il nostro equilibrio ormonale e aumentando la produzione endogena di cortisolo, facendoci ingrassare.

lunedì 14 maggio 2012

Salute e Sport: Curare i piedi



Cura dei piedi

Avere dei piedi ben curati è fondamentale e ci aiuta a stare bene.

Per avere dei piedi curati non è necessario ricorrere a trattamenti lunghi e costosi. Si può ricorrere a pedicure fai da te a base di rimedi della nonna semplic1 da eseguire e decisamente economiche. Come fare è presto detto.

Pedicure semplice ed economica:

Step uno: liberati dal gonfiore. Per farlo tieni ogni sera per almeni dieci minuti le gambe alzate e ricordati di trascorrere sempre qualche secondo con le piante nude a contatto col pavimento freddo. Questo piccolo accorgimento, ripetuto giorno dopo giorno, farà la differenza

Step due. Il pediluvio di bellezza. Prepara un recipiente di acqua tiepida, immergi i tuoi piedi e rilassati per circa un quarto d'ora. A seconda del rislutato che vuoi ottenere ricordati di sciogliere nell'acqua sostanze diverse. Per esempio, il asle grosso aiuta a migliorare la circolazione, l'olio di mandorle e quello di cedro sono preziosi alleati per chi indossa le scarpe col tacco, mentre chi deve eliminare i terribili duroni può affidarsi ai fiocchi d'avena.

Step tre. Via gli inestetismi. Con una pietra pomice gratta via la pelle morta dalla pianta del piede e dal tallone. Lo zucchero di canna sui piedi ancora umidi, invece, ti aiuterà a fare uno scrub completo.

Step quattro. Idratazione. Dopo aver sciacquato i piedi con acqua fredda per evitare la ritensione massaggiali per cinque minuti con una buona crema idratante.

Step cinque. Prenditi cura delle unghie. Prima di limarle massaggiale con olio d'oliva in modo da rendere più facile la rimozione delle pellicine. Quando, poi, passerai ad usare la limetta stai bene attenta a dare a tutte la stessa forma e, se non sei molto esperta, tienile corte in modo che sia piiù facile che abbiano un aspetto curato.

Step sei. Scegli lo smalto che più fa per te e divertiti a colorare i tuoi piedi come più ti piace!

domenica 13 maggio 2012

Salute e Sport: Benefici dell'alimentazione crudista



Che cos'è il crudismo?

Il crudismo è un tipo di alimentazione che ha effetti entusiasmanti sulla forma fisica, e che aiuta a superare il test della prova costume, parola di star come Demi Moore o Natalie Portman.

Quali sono i benefici del crudismo?

La scelta di cibarsi di alimenti privi di cottura- in inglese definiti raw food- può legarsi a motivi etici, ma rappresenta in ogni caso un’opportunità di depurare l’organismo e di assicurarsi un’alimentazione sana, a prescindere da qualsiasi ideologia. In effetti, il crudismo non è l’equivalente del vegetarianismo, e da molti è considerato soltanto una disciplina salutistica: il concetto alla base di questo regime alimentare infatti è quello secondo assumere i cibi crudi permette di non disperdere tramite la cottura parte dei minerali e delle vitamine in esso contenuti.

Ovviamente, quasi l’80% degli alimenti raw sono rappresentati da frutta e verdura, ma non bisogna dimenticare anche la frutta secca e, anche se più raramente, nelle ricette crudiste fanno capolino anche la carne, il pesce e le uova (alimenti di cui controllare tassativamente l’origine e la freschezza). Se la carne è meno presente, è un bene: il nostro fabbisogno di proteine infatti è alto solo nei primi anni di vita, e si abbassa notevolmente man mano che l’età avanza.

Ancora non siete convinti? Prendiamo gli spinaci: sono ricchissimi in ferro e vitamine, ma cotti e ripassati in padella si trasformano in ben poca cosa a livello nutrizionale. Se vi siete abituati a mangiarli sempre così, perché non provate una volta a gustarli freschi, conditi con olio, sale e limone? Sono ottimi! La dieta crudista inoltre permette di "riscaldare" il cibo fino a 46°, permettendo la preparazione di minestre e zuppe e di molti altri piatti.

Salute Sport e Moda: Scarpe alte o scarpe basse?



Scarpe alte o scarpe basse?
Da bambine le rubiamo alla mamma, le desideriamo, le sogniamo, immaginiamo quanto potrebbero renderci belle ed eleganti. Sono le scarpe col tacco, must have a cui neanche la morigerata Cenerentola ha rinunciato quando ha indossato la celeberrima calzatura di cristallo.

La vita di tutti i giorni, però, non è affatto una favola e indossare i tacchi alti tutti i giorni può non essere esattamente un’esperienza da sogno. D’estate, poi, con il caldo la questione si fa ancora più dolorosamente (è proprio il caso di dirlo!) complicata. Fortunatamente esiste un’alternativa: infradito e sandali rigorosamente rasoterra, scarpe ritenute da molte donne assai più comode (ma attenzione a non abusarne perché danneggiano la schiena tanto quanto i tacchi troppo alti) e apprezzate anche dalle passerelle.

Dal design semplice e lineare come quelle proposte da Mango che gioca con i colori della primavera o veri e propri gioielli come quelle firmate Gucci, le scarpe basse sono ormai un vero e proprio must have perfettamente adattabile ad ogni mise o quasi, ideale da declinare a seconda dell’occasione e del proprio stile. Posto che, effettivamente, le occasioni formali e le cerimonie reclamano che si sia all’altezza (nel senso più letterale del termine!) della situazione, come fare ad indossare il rasoterra al meglio?

Per prima cosa avendo la piena consapevolezza del proprio fisico. Quindi se non siete affatto alte evitate i vestiti lunghi in stile gitano e le infradito e magari abbinate i sandali ad un fresco vestitino che vi scopra un po’ le gambe. Coloro che, invece, sanno di non essere longilinee possono abbinare le scarpe basse con un bel paio di pantaloni dritti e dalla vita un po’ alta, in modo da slanciare la figura. Anche la forma delle gambe è, infine, importante: se i polpacci sono il vostro punto debole evitate il cinturino alla caviglia e l’abbinamento con pantaloni e tre quarti o con gonne longuette e il gioco è fatto.

martedì 8 maggio 2012

Salute e Sport: La Danzaterapia



Che cos'è la danzaterapia

Muoversi a ritmo di musica seguendo l’onda delle proprie emozioni più nascoste per liberarle e ritrovare l’io più profondo.
Questa è l’essenza della danzaterapia, una disciplina basata sulla capacità del ballo di influire su depressione e ansia. Conseguenza? La progressiva attenuazione di problemi di origine psicosomatica come mal di schiena, mal di stomaco, colite asma e anche tachicardia.

Tutti possono partecipare ad un corso di danzatereapia perché non è importante saper ballare.
Le sedute sono di gruppo, circa 10-15 persone, e durano in media due ore. I primi benefici si notano subito ma per avere effetti più profondi occorrono almeno sei mesi.
Le sedute si svolgono così: il danzaterapeuta guida il gruppo, dà il ritmo ma non costringe a nulla: ci si può muovere, infatti, in piedi, saltando o in terra. Poi viene introdotto un tema di movimento, come per esempio, l’immagine simbolo dell’albero, che viene sviluppata con improvvisazioni.
Vengono usati materiali come acqua, creta, carta e colori, che rappresentano i vari aspetti della personalità.
La seduta termina con la rielaborazione di ciò che si è fatto con un disegno, l’argilla, o inventando fiabe.

lunedì 7 maggio 2012

Salute e Sport: La cottura a vapore



Cottura al vapore o bollitura?
Cuocere gli alimenti al vapore oppure tramite la bollitura è sicuramente una tecnica sana che vi assicura piatti a basso contenuto calorico: per la cottura infatti non sono previsti oli né altri grassi, così da mantenere le pietanze più digeribili e leggere. Ma, tra i due metodi di cottura, quale scegliere? Vediamo quali sono le qualità principali di ciascuno, e i suoi segreti:

Cottura al vapore
Cuocere al vapore significa sfruttare quest’ultimo, che si crea grazie all’acqua in ebollizione, senza che il liquido entri mai in contatto con il cibo; la temperatura deve essere costante e non elevata: in questo modo, il cibo mantiene tutte le vitamine e i sali minerali originari. La cottura al vapore è adatta soprattutto per gli alimenti come le verdure e il pesce ( per la carne deve essere cotta a temperature più alte, per non disperdere i succhi che contiene); tra le verdure si consigliano gli ortaggi in foglia e quelle carnose, come le carote o le zucchine. Cuocere le patate al vapore con la buccia è un buon metodo per non sprecare tutti i loro preziosi valori nutritivi.

Per la cottura al vapore potete usare le vaporiere elettriche, con i cestelli sovrapponibili, ma se non ne avete una potete rimediare utilizzando una griglia o un cestello da sovrapporre a una pentola con coperchio: l’importante infatti è solo che il cibo non venga a contatto con l’acqua, e che possa sfruttarne appieno il calore.Un trucco per insaporire le pietanze è quello di aromatizzare l’acqua con vino ed erbe aromatiche, oppure con aceto e limone. Vi consigliamo di scolare le verdure al dente, per mantenerle sode e invitanti per il palato.

La bollitura
La bollitura prevede che il cibo venga totalmente immerso nell’acqua: questo prevede una perdita dei nutrienti ( soprattutto se a bollire sono gli ortaggi: se bollite gli spinaci perderanno tutto il loro contenuto in vitamina C), cosa che non succede con la cottura al vapore; un modo per rimediare è quello di usare poca acqua. In caso però vogliate preparare una zuppa o una minestra, la bollitura è perfetta, perché l’acqua di cottura, con tutti i nutrienti di cui si arricchisce, non viene sprecata ma anzi è fondamentale!

Immergere gli alimenti in acqua fredda è il metodo più indicato per preparare brodini e minestre, per cuocere le uova sode o i pesci (aromatizzando l’acqua in court-bouillon); l’immersione in acqua bollente è invece indicata per sbianchire gli ortaggi e ovviamente per la pasta e i vari cereali.

domenica 6 maggio 2012

Salute e Sport: Come perdere peso in poco tempo



Con l’arrivo della primavera è bene stimolare il metabolismo e cominciare a eliminare un po’ di grasso dal corpo.

Come perdere peso in poco tempo
Ideale sarebbe seguire questa dieta per almeno quindici giorni, tuttavia anche una settimana o meno è un tempo necessario affinché si cominci a depurarsi e la dieta dimagrante abbia il suo effetto. Si tratta di una dieta a base di enzimi, germogli e clorofilla, da distribuire nell’arco dell’intera giornata. Devono essere consumati cinque pasti al giorno: importante è dimagrire, ma anche sentirsi sazie.

La colazione deve essere abbondante; inoltre, deve apportare un gran numero di fibre per iniziare a smuovere l’apparato digerente e, quindi, il metabolismo. Bisogna consumare un vasetto di yogurt bianco parzialmente scremato e una coppa di frutta fresca, all’interno della quale deve esse presente la menta, che aiuta la digestione. A questo si deve aggiungere un bicchiere di caffè d’orzo con un cucchiaino di miele di tarassaco, che ha potere drenante. Se si ha molta fame, si possono aggiungere allo yogurt mandorle sgusciate, che lubrificano l’organismo, o, in alternativa, si può mangiare pane di segale e miele.

Il pranzo è il momento giusto per introdurre proteine rassodanti e sostanze antiossidanti. Si consiglia di mangiare una ciotola di insalata composta di lattuga, rucola e radicchio a cui unire alcuni tipi di germogli, come la soia. All’insalata si possono aggiungere tonno o un uovo sodo. Se non si gradisce l’insalata, si può optare per un piatto di riso integrale con piselli e lenticchie, oppure per un piatto di fave sbollentate.

A cena bisogna fare il carico di vitamine, stimolare la circolazione e sgonfiarsi. Si può quindi preparare una zuppa di spinaci, bietole e catalogna, a cui aggiungere un pugno di riso integrale o una porzione di tofu tagliata a cubetti. Si può terminare il pasto con una fetta di pane di segale e miele, che stimola la circolazione. Se si ha ancora appetito, si può mangiare anche un trancio di salmone al forno con basilico e insalata di germogli.

A metà mattina e per lo spuntino del pomeriggio bisogna consumare una porzione di frutta, accompagnata da mandorle e noci: in questo modo si spegnerà la fame senza però gonfiarsi. Alla frutta non bisogna mai associare il pane, perché altrimenti si otterrà l’effetto contrario: gonfiarsi e appesantirsi.

Una dieta dimagrante simile garantisce almeno tre risultati: ci si sente più sgonfie, leggere e in forze; non si ingrassa eccessivamente qualora si mangiasse di più; i cuscinetti nella parte inferiore del corpo scompaiono, con un notevole risultato anche sul punto vita.

Salute e Sport: Come risvegliare il metabolismo e bruciare i grassi



Come risvegliare il metabolismo e bruciare i grassi
Chi l’ha detto che per dimagrire bisogna per forza mangiare poco? Il segreto per una forma perfetta, in realtà, è un metabolismo che lavora a pieno regime: nel consumo delle calorie, nell’eliminazione delle tossine, nella riparazione dei tessuti danneggiati, nella rapidità e brillantezza mentale e nella capacità di esprimersi dal punto di vista fisico. Basta contare le calorie Un metabolismo pigro, al contrario, significa consumi calorici rallentati, indolenza fisica e mentale, accumulo di tossine, lentezza nel recupero e, in definitiva, facilità di ingrassamento e inerzia nel dimagrimento. Di regola, non appena l’introduzione di cibo diminuisce. l’organismo risponde rallentando i consumi, un fatto che molte diete trascurano e che ci spinge a evitare accuratamente la “prigionia” del conteggio delle calorie. Un peso stabile per un cuore sano Nella storia della nostra evoluzione, abbiamo sempre avuto più paura della fame che della sovrabbondanza, e il nostro corpo “ragiona” in termini evolutivi. Rifacendosi all’esperienza dei nostri progenitori, il nostro organismo tende a “tenere da conto” ogni caloria assunta, non appena registra una carenza di cibo. Questo “ragionamento” ha mille volte salvato la vita degli uomini primitivi nelle ere passate, ma oggi può accorciarcela in modo drammatico perché le restrizioni alimentari rischiano di far rallentare pericolosamente il ritmo metabolico complessivo. Grazie al principio evolutivo di “prudenza” adottato dall’organismo, poi, quando l’assunzione calorica torna nella norma, occorrerà del tempo prima che torni al suo mo Nel pò consuottimale. frattemil corpo riacquisterà, grammo dopo grammo, ogni molecola di peso faticosamente perduta. con il rischio aggiuntivo del continuo oscillare del peso, oggi correlato con il rischio cardiovascolare ancora più della semplice obesità. Se è vero che il dimagrimento avviene solo quando la quantità di calorie assunta è inferiore a quella consumata, lo stesso risultato si otterrà più facilmente assecondando le naturali tendenze del corpo, piuttosto che contrastandole. Spegni i termosifoni Ridurre le temperature negli edifici d’inverno, inoltre, aiuta l’organismo a non prendere ulteriore peso, oltre all’impatto positivo sull’ambiente, dal momento che si tratta di una misura che riduce le emissioni di COI. È quanto sostiene una recente ricerca pubblicata dalla rivista di divulgazione scientifica Obesity Reviews, effettuata da un’equipe dello University College of London. L’esposizione ridotta al freddo, insomma, può avere effetti negativi sulla capacità di mantenere il peso.

Ecco sei altri consigli, oltre a quelli appena elencati, per garantirsi un physique du ròle:
1.Mangia ogni giorno tre alimenti ricchi di proteine nobili promuovono il benessere fisico e mentale senza appesantire. Per esempio ricette a base di carne bianca e pesce azzurro… ma ci sono anche alternative “verdi” come la soia, rìso e fagioli, rìso e lenticchie, yogurt magro.
2.Mangia tre volte alla settimana pesci come salmone, tonno e sardine: sono la fonte migliore di omega 3, ottimi per proteggere l’organismo dai danni dell’invecchiamento e mantenere il cervello attivo e vitale.
3.Mangia due uova alia settimana o, in alternativa, aggiungi dei granuli di lecitina ai tuoi cereali o alle tue verdure. In questo modo farai scorta di fosfolipidi, che aiutano a incrementare il metabolismo dei grassi e a potenziare le performance mentali.
4.Aggiungi a ogni pasto dei carboidrati complessi a basso indice glicemico, come per esempio l’avena, la crusca, le mele, le pere, le ciliegie, le albicocche disidratate o i fagioli. Questi alimenti contengono molecole di zuccheri a lento rilascio nel sangue, che ti aiuteranno a prevenire le eccessive fluttuazioni di zucchero nel sangue, responsabili tra l’altro della depressione e degli attacchi di fame nervosa. 5.Mangia una o due porzioni a pasto di verdure antiossidanti che “ripuliscono” l’organismo come una boccata di ossigeno nuovo, provvedendo a ricaricare le energie e a tenere alla larga le malattie. Non sai quali scegliere? Prova con le prugne, I mirtilli, i broccoli e gli spinaci.
6.Assumi ogni giorno una bella cucchiaiata di semi di girasole, di zucca, di sesamo o di lino. Aggiungili alla tua insalata, allo yogurt o al frullato di frutta: ti aiuteranno a moltiplicare le tue energie e a far lavorare l’organismo al massimo delle sue potenzialità.

Salute e Sport: Come perdere peso e mantenerlo



Come mantenere il peso perso
Nonostante i ponti primaverili non siano stati baciati dal sole, un italiano su due ha già affrontato la prova costume e si è messo a dieta in vista dell'estate. Secondo l'Associazione Nazionale Dietisti (Andid), però, 9 persone su 10 avrebbero optato per un regime troppo aggressivo, destinato a un rapido insuccesso. Meglio allora seguire il mantra che in ogni momento dell'anno gli specialisti si prodigano a ripetere: scegliere una strategia sostenibile nel lungo periodo, così che di lungo periodo siano anche i risultati. E mentre impazzano le diete iperproteiche, ecco i consigli dell'anti-Dukan.

"Una dieta mantenibile è da programmare fin dall'inizio del trattamento, solo così è possibile avere risultati salutari e piacevoli", spiega con chiarezza la presidente Andid Giovanna Cecchetto. Ogni anno il problema si ripropone: dopo mesi di letargo, ci ricordiamo del pantalone Capri o del bikini da indossare quanto prima... ed ecco rispuntare dal cassetto le diete 'last minute' che ci portano a destinazione in fretta, ma ancora più velocemente ci riportano al punto di partenza. Minestrone, limone, mela verde: non c'è alimento — gelato compreso — che non sia divenuto alimento principe di un regime sbilanciato. Oppure, proteine a go go, come nella dieta Dukan, un regime alimentare messa a punto da un medico francese che impazza anche su internet attraverso il suo sito ufficiale.

Niente di più sbagliato, perché la dieta dovrebbe essere il primo passo di un nuovo stile di vita, più sano e più energico, da mantenere nel lungo periodo e non solo per i 15 giorni in cui andiamo al mare. E che ci consenta anche di sgarrare qualche volta, senza conseguenze irreparabili. "Il primo concetto da sfatare", spiega infatti la dottoressa Cecchetto, "è che esistano cibi da abolire in assoluto. Non è vero. Dagli snack dolci e salati alle bibite, dagli aperitivi agli happy hour, l'importante è saperli gestire con criterio, controllandone frequenze e quantità, inserendoli in modo corretto nella propria alimentazione, ma soprattutto sapendo scegliere alternative altrettanto gradevoli e soddisfacenti". "L'intervento più efficace", precisa Cecchetto, "è quello che aiuta ad adottare comportamenti alimentari e di vita salutari e stabili nel tempo e si basa su strategie di sostegno al cambiamento".

Consigli per mantenere il peso perso
Ecco allora i 10 consigli Andid per una alimentazione utile e bilanciata, anche se la dieta va personalizzata da un esperto dietista.

1. Non saltare mai i pasti, a partire dalla colazione
2 . Inserire in ogni pasto una porzione di carboidrati (privilegiando quelli integrali e a scarso contenuto in grassi) e una buona porzione di verdura
3. Negli spuntini (massimo 2/giorno) preferire la frutta
4. Limitare la frequenza dei formaggi a 2-3 v/settimana
5. Consumare il pesce almeno 2 volte/settimana
6. Inserire almeno 2-3 v/settimana, in uno dei pasti principali, piatti unici quali:
a - zuppa di legumi e cereali accompagnati da un contorno di verdura
b - insalatona con uovo,prosciutto cotto magro o mozzarella o tonno accompagnata da una porzione di pane
c - pasta o riso freddo condito con verdure (pomodorini, basilico, piselli, carote, olive, capperi ecc.)
7. Preferire i condimenti vegetali ai primi piatti (pomodoro, zucchine, melanzane, broccoletti, ecc.), limitare i sughi più ricchi.
8. Evitare la somma, nello stesso pasto, di alimenti con uguale funzione nutritiva (es. carne + formaggio, pane + pasta, patate + pane, ecc.)
9. Limitare il consumo di dolci preferibilmente a fine pasto o a colazione, piuttosto che fuori pasto
10. Bere almeno 1½- 2 litri di liquidi al giorno (prevalentemente acqua o bevande non zuccherate).

E ricordate: meglio un peso leggermente superiore a quello desiderato, ma stabile e mantenuto attraverso cambiamenti sostenibili, sentiti come "propri" e come piacevole fonte di benessere.

Salute e Sport: Cucinare senza sale



Secondo gli ultimi studi, un adulto consuma in media ogni giorno 10 gr di sale alimentare (corrispondente a 4 gr di sodio), il che equivale a una quantità dieci volte superiore a quella suggerita. Il Ministero della Salute ha già da tempo lanciato l'avvertimento, consigliando peraltro la sostituzione del sale comune con quello iodato, per evitare l'ipetensione arteriosa e le altre malattie correlate; per prevenire questi disturbi però l'azione più necessaria sarebbe quella di ridurre l'utilizzo del sale per preparare i nostri piatti.

Oltretutto, evitando di consumare cibi troppo salati, si riallenano le papille gustative, rendendole capaci di apprezzare di più altri gusti come l'amaro o l'aspro; meno sale si consuma poi, meno se ne desidera. Ecco qualche accorgimento per insaporire i nostri piatti senza ricorrere al sale:

Spezia le ricette: il timo, il coriandolo, il basilico, il rosmarino... sono tutte erbe meravigliose che donano una sfumatura gustativa in più alle pietanze, arricchendole di sapore. Puoi sfruttare anche la curcuma, e il curry, scoprendo tutto il magico mondo delle miscele di aromi orientali.

Usa il gomasio: questa miscela di sesamo e sale ( per un rapporto di un cucchiaino di sale ogni sedici di sesamo) è gustosissima, e utilissima per salare leggermente i piatti. E' un classico della cucina macrobiotica, ma anche senza addentrarvi nei segreti di questo stile alimentare potete ricorrere al gomasio per condire i vostri piatti.

Scegli frutta e verdura fresche e mature: si sa, perchè una ricetta riesca è importante che la materia prima sia di primissima qualità; quando ciò succede, il sale può essere ridotto senza che il piatto ne risenta. Scegliete quindi pomodori maturi, che sono cresciuti al sole e sono stati raccolti al momento giusto, senza essere passati per le celle frigo prima di finire sui banchi del mercato.

Condisci l'insalata con aceto e limone: questo abbinamento , come quelli che creano sapori originali e agrodolci, soddisfano il palato rendendo una ricetta più delicata e raffinata. Sono molti i grandi chef che cucinano senza sale, proprio per sfruttare l'esaltazione naturale dei sapori degli alimenti combinati tra loro. Il risotto ai frutti di mare per esempio può essere salto grazie alle alghe disidratate, la tartare di pesce si "sala" con il succo delle ostriche.

sabato 5 maggio 2012

Salute e Sport: Occhiali per dimagrire



Un paio di occhiali per dimagrire: sembra incredibile, ma è tutto vero! Un team di ingegneri del Centro di ricerche avanzate e tecnologia dell'Università di Tokyo, guidato dal dottor Michitaka Hirose, ha messo a punto un modello di occhiali speciali studiati per far dimagrire.

L'idea è questa: gli occhiali possiedono al loro interno un minicomputer che rielabora le immagini riflesse nelle lenti riproponendole a chi le indossa ingrandite di 1,5 volte; in questo modo, il cervello recepisce informazioni false, e cioè la sensazione di aver mangiato parecchio, trasmettendo anticipatamente la sensazione di sazietà al resto del corpo.

Gli occhiali insomma sono simili a quelli che ci distribuiscono al cinema per le proiezioni in 3D, dove una polpetta viene ingrandita e acquista consistenza; sono stati condotti anche esperimenti per provare la loro efficacia, ed è emerso che indossando gli occhiali si consumava il 9,3 % in meno di biscotti!Ciò ci fa capire quanto il senso della vista influisca sul nostro appetito, e come sia ingannevole la mente.

Viene da pensare però, e quando uno si toglie gli occhiali? Che fa, corre al frigorifero e si ingozza, per giunta di porzioni gigantesche di cibo, abituato com'è a pensare di mangiare sempre tanto? La verità è che gli occhiali devono continuare a svolgere la loro normale funzione, e cioè quella di permetterci di vederci bene, mentre quello su cui dobbiamo lavorare è la nostra forza di volontà: solo agendo su quella e stimolandola riusciremo a prendere in mano la situazione ed eliminare i chili di troppo.

Inoltre, gli occhiali non cancellano alla vista le patatine o gli altri alimenti ricchi di grassi, e sappiamo bene che anche solo uno di quegli snack equivale in calorie a montagne di frutta e verdura; è bene quindi pensare con la propria testa, scegliendo alimenti genuini e sani in quantità moderate, e abbinando questa dieta a una sana attività fisica. E i risultati arriveranno, sul serio.

Salute e Sport: Jogging



Salute e Sport: Lo jogging allunga la vita!

Non sarà un elisir di lunga vita in piena regola, ma di sicuro il jogging - se praticato senza esagerare - aiuta a vivere più a lungo. Uno studio danese si è preso la briga di calcolare di quanto. Risultato: circa 6 anni, in particolare 6,2 per gli uomini e 5,6 per le donne.

Lo jogging allunga la vita.. e senza faticare troppo!

Stiamo parlando del Copenhagen City Heart Study, presentato alla riunione EuroPRevent 2012. Secondo Peter Schnohr, cardiologo a capo del Copenhagen City Heart Study, l'analisi mostra che correre tra un'ora e due ore e mezzo a settimana, a un ritmo lento o al massimo medio, fornisce prestazioni ottimali per la longevità.
"I risultati della nostra ricerca ci permettono di rispondere definitivamente alla domanda se il jogging faccia bene alla salute", sintetizza Schnohr. Ora, infatti, "possiamo dire con certezza che correre in modo regolare aumenta la longevità. E la buona notizia è che in realtà non è necessario faticare troppo per raccogliere i frutti".

Perchè lo jogging allunga la vita

Le prime ombre sul jogging erano arrivate negli Anni 70, in seguito alla morte di alcuni appassionati di mezza età. Lo studio di Copenhagen è iniziato nel 1976, coinvolgendo circa 20.000 uomini e donne di tra i 20 e i 93 anni.L'obiettivo dello studio era quello di aumentare le conoscenze sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari e dell'ictus.

I ricercatori hanno esplorato le associazioni fra diverse forme di esercizio fisico e longevità. In particolare, per il jogging sono stati esaminati i dati sulla mortalità e sulle abitudini di allenamento di 1.116 appassionati maschi e 762 donne, confrontando i dati con la popolazione generale che non pratica la corsa. I primi dati sono stati raccolti tra il 1976 e il 1978, i secondi dal 1981 al 1983, i terzi dal 1991 al 1994, e gli ultimi dal 2001 al 2003. I risultati mostrano che nel periodo di follow-up che coinvolge un massimo di 35 anni, sono stati registrati 10.158 decessi tra i non amanti del jogging e 122 morti tra i podisti.

L'analisi ha dimostrato che il rischio di morte è stato ridotto in media del 44% per i corridori maschi e femmine. Ulteriori analisi hanno portato i ricercatori a concludere che il jogging regolare regala 6,2 anni di vita in più agli uomini e 5,6 alle donne.

Quale tipo di corsa fa bene?

Altre analisi hanno indagato l'effetto del tipo di corsa e delle abitudini dei podisti sulla longevità. In questo modo i ricercatori hanno evidenziato una curva a forma di U per il rapporto tra il tempo trascorso a fare esercizio e la mortalità.

Insomma, non serve fare la maratona: correre tra un'ora e due ore e mezza a settimana, nell'arco di due o tre sessioni, è l'ideale in termini di benefici. Soprattutto se si tiene un ritmo lento o medio.

"Il rapporto appare molto simile all'assunzione di alcol. La mortalità è più bassa nelle persone che dicono di fare jogging in modo moderato rispetto ai non amanti del jogging o a coloro che fanno esercizio a livelli estremi", spiega Schnohr.

Il ritmo ideale può essere ottenuto cercando di sentirsi solo un po' affannati, mentre non è il caso di correre a perdifiato per godere appieno dei benefici della corsa.

I benefici del jogging

E a motivare i neofiti ecco tutti i benefici del jogging, elencati dai ricercatori: questo sport migliora l'assorbimento di ossigeno, aumenta la sensibilità all'insulina, migliora il profilo lipidico (aumentando l'Hdl e riducendo i trigliceridi), abbassa la pressione, riduce l'aggregazione piastrinica, aumenta l'attività fibrinolitica, migliora funzione cardiaca, densità ossea e funzione immunitaria, riduce i marcatori di infiammazione, previene l'obesità, e migliora il benessere psicologico.

Detto ciò... a tutto jogging!!!!!!!!!!!!!!!!!

venerdì 4 maggio 2012

Salute e Sport: La dieta non funziona



La prova costume. Disintossicarsi dopo le Feste. Quel paio di jeans che non ti si abbottonano più neanche se ti sdrai sul letto e trattieni il fiato fino a diventare cianotica. I motivi per decidere di mettersi a dieta sono tanti ma a quanto pare hanno ben poco mordente. Dall’11° congresso europeo sulla nutrizione è emerso infatti che su cento persone che si mettono a dieta ben ottanta, in maggioranza donne, lasciano perdere quasi subito.

Tutta colpa della serotonina che nelle diete con pochi carboidrati cala notevolmente dando vita ad una serie di sensazioni che vanno dalla depressione al senso di esclusione sociale, passando per una serie di disordini alimentari compulsivi che spesso si risolvono nel consumo massiccio di cioccolato, alimento che riporta immediatamente questa sostanza ai livelli di partenza e spinge il nostro peso, di contro, verso vette inesplorate. E le controindicazioni non sono finite qui. Tra i fattori che spingono le donne ad abbandonare le diete iperproteiche vi sono anche una serie di controindicazioni come: alitosi, mal di testa, carenza di calcio e perdita di capelli. E la gola diranno ancora una volta alcune di voi. Il punto è che, per altro, tali problematiche non sono bilanciate da un rincuorante risultato una volta salite sulla bilancia. Ed ecco spiegato perché ci ritroviamo a ripiegare sulle barrette dietetiche per merenda (illudendoci che da sole bastino per rimetterci in forma) mentre le diete più famose come quella a zona e quella bilanciata vengono abbandonate in tempi record.

Il trucco per non incorrere in questa trappola? Essere ben convinte di voler perdere peso (quindi iniziare solo dopo aver testato la propria forza di volontà) e non buttarsi in titaniche imprese fai da te utili al massimo per perdere due o tre chili dovuti a qualche strappo alla regola di troppo. Per perdere peso in maniera regolare e duratura agendo anche sul metabolismo occorre sempre affidarsi ad un esperto che consideri il nostro stile di vita, il nostro stato di salute e anche le nostre papille gustative. La dieta non è uno strumento di tortura medievale: basta farla utilizzando il cervello!

Salute e Sport: Semifreddo di Pan di Stelle



Visto che il ns blog si occupa di salute e benessere e considerato che spesso mangiare una cosa buona e golosa porta tanto, ma taaaaanto benessere : ))) vi riporto qui di seguito una ricetta semplice x un golosissimo dolce!

Si tratta di un semifreddo facile e veloce che si prepara in 15 minuti con i Pan di Stelle e tantissima panna montata.


Ingredienti Semifreddo di Pan di Stelle (per 6 persone)

1 confezione di Pan di Stelle
500 ml di panna montata
latte q.b.
cacao in polvere oppure scaglie di cioccolata q.b.


Preparazione Semifreddo di Pan di Stelle:

Montare la panna.
Bagnare i biscotti nel latte e fare il primo strato di biscotti.
Mettere sopra la panna, fare un secondo stato di biscotti e aggiungere altra panna.
Infine spolverizzare con cacao o scaglie di cioccolato.
Fare riposare in frigo per 2-3 ore.

Salute e Sport: Corsi di Cucina



Un tempo bastavano le mamme e le nonne. Depositarie di ricettari vecchi decenni le donne più sagge della famiglia tramandavano alle nuove venute i segreti delle ricette classiche e di quelle segrete, dei biscotti, della pasta al forno, dell’arrosto della domenica. Ma certe tradizioni sono andate perdute tra un impegno di lavoro e una corsa per accompagnare i bimbi a scuola così, spesso, cucinare non esattamente il punto forte di noi donne. Se, però, la passione c’è e la voglia non manca, allora perché non porre riparo alle nostre lacune o affinare le conoscenze già acquisite con qualche corso? Noi ve ne proponiamo alcuni.

Il corso di cucina vegetariana di Maria Lucia Simoes da Cunha alla Country Huose Montali (Tavernelle di Panicale, Perugia) è un ottimo modo per unire una vacanza al relax in compagnia di un’ottima playlist di musica jazz. In uno scenario idilliaco, una country house immersa nel verde, si imparano a fare il pane, la spsta e molti piatti vegetariani insoliti come le lasagne con il radicchio e le pere.

Per i più golosi, invece, c’è la scuola di Galdina a Milano che parte dalle nozioni base di pasticceria e arriva imparare a stimolare il lato più dolce della nostra fantasia. In questo laboratorio si entra con un grembiule e si esce con un diploma (non preoccupatevi: sarete sempre tutti promossi!).

Agli appassionati di ricette americane per il brunch consigliamo di rincorrere Laurel Evans, texana di adozione italiana sempre in giro per lo stivale a tenere corsi per imparare a cucinare l’American brunch, i Cupcakes e tante altre leccornie. Se non arriva nella vostra città, però, non preoccupatevi: potete seguirla sul suo blog Un’americana in cucina.

Per le mamme, infine, consigliamo un’esperienza un po’ particolare: a Roma nello spazio di Tricolore lo chef Veronica Paolillo organizza corsi solo per coppie mamma-figlio o zia-nipote in cui preparare un menu da tre portate da consumare sul posto o da portare a casa.

Salute e Sport: Dieta a Zona



La dieta a zona, tutti ne sentiamo parlare ma pochi sanno di cosa si tratta veramente... questa famigerata dieta spesso si conosce solo una caratteristica alias il fatto che pur funzionando non è conveniente da fare perché è molto complessa. Sarà vero? Cerchiamo di capirne di più!

Che cos'è la dieta a zona?
Vi forniamo qui di seguito le informazioni più importanti.

Chi ha inventato la dieta a zona?
Il Dottor Sears

Quale è lo scopo della dieta a zona?
Fare in modo che l’organismo arrivi in uno stato metabolico che gli consenta di lavorare al picco della sua efficienza. In altre parole: no a infiammazioni, radicali liberi, attacchi di fame e degenerazione cellulare, sì a concentrazione, energia ed un forte equilibrio psicofisico.

Quale è il punto chiave della dieta a zona?
Il Dottor Sears ha lavorato per capire al meglio in che modo la nostra alimentazione interagisce con l’ormone dell’insulina e, in base alle sue scoperte ha stabilito che l'introito calorico giornaliero deve essere così ripartito: 40% carboidrati, 30% proteine e 30% grassi. Pasti e spuntini devono quindi corrispondere a questo schema in modo da regolamentare i meccanismi dell’insulina e di attivate l’ormone glucagone che brucia grasso come fonte energetica.

Di preciso cosa si mangia?
Per prima cosa proteine, che devono avere sempre e comunque la meglio sui carboidrati, soprattutto: pesce, leguminose e carni bianche.
Si mangia molto? No, i pasti non sono abbondanti ma consentono di variare. L’idea alla base di questo schema alimentare è che un pasto ben articolato evita comunque che la fame si ripresenti per diverse ore e facilita la regolazione degli zuccheri e dei grassi, la resa muscolare e la riduzione della massa grassa.