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martedì 9 agosto 2011

Come leggere l'etichetta dell'acqua minerale

Non tutte le acque sono uguali e spesso ci troviamo imbarazzati di fronte alla quantità di marche che troviamo al supermermercato. La scelta non dovrà avvenire solamente in funzione del prezzo, ma anche delle sostanze che vi sono disciolte. Per questo è importantissimo saper leggere le etichette delle acque minerali.



I tre parametri presenti in etichetta che ci aiutano a capire quale acqua minerale preferire tra quelle vendute sono i seguenti:



•Residuo Fisso: è la stima del contenuto di sali minerali. Viene calcolato a 180° e indica la quantità di sali disciolti in un litro d’acqua. In base a questo fattore, le acque vengono divise in 4 categorie. Minimamente mineralizzata, quelle con residuo fisso non superiore a 50mg per litro e particolarmente indicata per chi soffre di ipertensione e per l’alimentazione dei neonati. Oligominerale: quella con residuo fisso non superiore a 500mg per litro e che favorisce la diuresi. Contiene poco sodio e come per quella minimamente mineralizzata, può essere indicata nei casi di ipertensione. Mediominerale: quella con residuo fisso tra i 500mg e i 1500 mg per litro. E’ consigliata per chi pratica sport (o in estate) perché aiuta a reintegrare i sali minerali persi. Ricca di sali minerali: quella con residuo fisso superiore a 1500mg per litro. E’ un’acqua molto ricca in sali minerali e che normalmente viene prescritta dal proprio medico perchè può favorire la comparsa di calcoli renali.



•Durezza: si calcola in base alla quantità di calcare sciolto nell’acqua, espresso in gradi francesi. Più il valore è alto, più l’acqua è calcarea.



•Nitrati: possono a volte raggiungere le falde acquifere (a causa ad esempio dell’elevato utilizzo di fertilizzanti) e sono pericolosi solo se superano determinate concentrazioni. Normalmente devono essere sotto i 45mg per litro e nelle acque minerali destinate ai neonati, non devono superare i 10 mg per litro. Una concentrazione eccessiva di nitrati può rallentare il trasporto di ossigeno nel sangue e, se combinati con le proteine, possono dare origine alle nitrosamine, sostanze ritenute cancerogene.

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